L’occhio secco è una malattia multifattoriale della superficie oculare che determina discomfort (bruciori, arrossamenti dell’occhio e sensazione di corpo estraneo), riduzione dell’acuità visiva
(difficoltà a mettere a fuoco da vicino o da lontano), instabilità del film lacrimale (secchezza o eccessiva lacrimazione) fino ad arrivare a danni corneali importanti. L’utilizzo di lacrime artificiali suggerito da un oculista, dopo una visita accurata per la terapia dell’occhio secco è universalmente riconosciuto e ampiamente utilizzato, generando un mercato milionario.
Nello studio multicentrico osservazionale, pubblicato quest’anno e condotto su più di 1.200 pazienti in Messico, la Dott.ssa Linda Nasser* ha voluto analizzare se il passaggio da una lacrima artificiale con conservanti a una senza conservanti può determinare un miglioramento dell’occhio secco.
Tutti i pazienti sono stati sottoposti agli stessi esami di valutazione (oggettiva e soggettiva) dell’occhio secco sia durante la prima fase del trattamento, che ha previsto l’applicazione di lacrime artificiali con conservanti, sia nella seconda fase, con il passaggio all’utilizzo di lacrime artificiali senza conservanti.
I risultati ottenuti sono inequivocabili: un miglioramento dei sintomi nel 97% dei pazienti dopo il passaggio all’uso della lacrima artificiale senza conservanti. Inoltre, dallo studio è emerso un miglioramento dei segni corneali che si sono ridotti del 26%.
Alla fine dello studio, inoltre, per i benefici generali ottenuti nel cambio della terapia, ben il 94% dei pazienti dichiara di voler continuare a utilizzare le lacrime artificiali senza conservanti per i benefici che ne sono conseguiti.
Lo studio, infine, evidenzia che qualsiasi tipo di conservante inserito nelle lacrime artificiali, anche quelli definiti “soft”, causa danni alla superficie corneale anche quando sono utilizzati per periodi brevi.
* Real-life results of switching from preserved to preservative-free artificial tears containing hyaluronate in patients with dry eye disease. Nasser L, Rozycka M, Gomez Rendon G, Navas A. Clin Ophthalmol. 2018 Aug 23;12:1519-1525. doi: 10.2147/OPTH.S160053. eCollection 2018.PMID:30197497
Chiediamo al Dottor Giulio Maria Modorati, esperto di occhio secco, qual è la sua opinione sui risultati di questa ricerca.
Iniziamo a inquadrare questo prodotto: quanti tipi di lacrima artificiale esistono?
“In commercio esistono centinaia di tipi di lacrime artificiali, caratterizzate da principi attivi con concentrazioni diverse e integrate da altri agenti per una differenziazione prevalentemente di tipo commerciale”.
Insomma, funzionano tutte allo stesso modo. Allora, con quale criterio sceglie quelle che prescrive ai suoi pazienti?
“Seleziono le lacrime artificiali soprattutto in base alla qualità: la prima garanzia è l’affidabilità dell’azienda produttrice che utilizza ingredienti certificati. In secondo luogo prescrivo sempre lacrime artificiali prive di conservanti”.
Condivide la tesi evidenziata dalla ricerca: i conservanti nelle lacrime artificiali fanno male?
“Si. La ricerca condotta in Messico evidenzia, con uno studio ben condotto, come il semplice passaggio da una lacrima artificiale con conservanti a una che non ne contiene produca un beneficio per il paziente. Indipendentemente dal principio attivo utilizzato. E questo studio lo dimostra molto bene perché non ha volutamente preso in considerazione il ruolo della molecola lubrificante, ma ha voluto ribadire e ricordare un dogma che tutti gli esperti di occhio secco conoscono: la lacrima artificiale non deve avere conservanti, neanche i cosiddetti “conservanti soft”. Vanno quindi sempre privilegiati i colliri monodose o multidose senza conservanti presenti sul mercato. Perciò, quando l’oculista prescrive una lacrima artificiale senza conservanti adatta a quel paziente che soffre di occhio secco, è importante che il paziente non la sostituisca al momento dell’acquisto con un’altra a caso addizionata di conservanti”.